Non è mai troppo presto per incominciare
Non è mai troppo presto per incominciare. La scoperta del
bello, l’abitudine a frequentare luoghi diversi dalla propria casa e dalla
routine quotidiana, l’abitudine allo stupore e il sano vizio a una sfrenata
fantasia sono tutte “arti” che, a parer mio, può essere utile seminare e, in
qualche modo, insegnare. E non credo vi sia un limite d’età, si può cominciare
in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, un po' come con la lettura....
Con queste convinzioni ben ferme nella mente e molto
promettenti, ho pensato che non dovessero esserci limiti al mio desiderio di
frequentare mostre, concerti, di vivere i luoghi, di esplorare l’arte e i beni
culturali nelle loro più svariate accezioni solo perché era arrivata a
movimentarci la vita una piccola baby… la nostra piccola Irene. Naturalmente
mio marito, forse più razionale, aveva qualche perplessità in più😅…
Ma in questi post desidero raccontarvi le nostre esperienze,
tutte a misura di “baby”, tante piccole conquiste per lei, ma anche per noi. Un
modo per dimostrare che “si può fare”! Anzi… si deve fare!

Come si legge
sul sito della Fondazione: “Il Museo è il capofila del Sistema museale eco-storico delle Valli
valdesi che comprende una decina di musei, ma anche templi e luoghi storici
valdesi presenti nelle Valli Pellice, Chisone e Germanasca. Nel corso
di più di un secolo di storia, il Museo si è più volte modificato, fino
al 1989,
quando, nel terzo centenario del Glorioso Rimpatrio, la Società di Studi
Valdesi e la Tavola Valdese diedero vita alla Fondazione Centro Culturale
Valdese (FCCV) con lo scopo di conservare e gestire - oltre alla Biblioteca
Valdese e all’Archivio Fotografico Valdese, anche il patrimonio museale. Il
Museo fu dunque trasferito nell’ex Convitto Valdese, edificio costruito negli
anni Venti del XX secolo su progetto dell’architetto Emilio Decker. Il 31 ottobre 2018 il museo si presenta – nella stessa sede di via Beckwith 3 – con una profonda ristrutturazione
architettonica e un accurato ripensamento scientifico, che
aggiorna alle più recenti scoperte il racconto della storia valdese”.
A metà pomeriggio era possibile usufruire di una visita
guidata, ma abbiamo presto capito che i tempi di una neonata di due mesi non
sono conciliabili con un gruppo, né tanto meno con una guida che spiega… ci
sarebbe voluta molta più pazienza! Di conseguenza abbiamo optato per un sano
fai da te, saltellando tra le sale e seguendo con curiosità il percorso che si
snoda attraverso i secoli e propone le tappe fondamentali della storia valdese.
Conoscendo già in parte i contenuti abbiamo potuto sorvolare sui molti testi
descrittivi, soffermandoci giusto sui titoli o alcune parole chiave che
catturavano l’attenzione. Dopo i primi istanti in passeggino, ho preferito
tenere Irene in braccio, per raccontarle a bassa voce quello che vedevo e farle
vedere le immagini. Le sale sono ricchissime di colori e in alcuni settori non
mancano le fotografie, che si prestano benissimo a narrazioni potenzialmente
infinite… la visita ovviamente non poteva seguire i tempi o le modalità a cui
eravamo abituati, ma anche se stavamo andando veloce per non stufarla, era
comunque emozionante vivere questi spazi; inoltre il fatto di ricordarsi
com'erano in precedenza dava un valore aggiunto alla visita.
La parte da lei preferita (forse perché è piaciuta tanto a me che la raccontavo?) è stata quella con le ombre cinesi, in cui vengono riproposte alcune fasi storiche. Non posso negare un suo certo fascino anche di fronte al mega monitor, purtroppo per analogia con i normali televisori, a cui si è abituati fin dalla nascita. Mannaggia! Musiche, rumori, atmosfere non l’hanno per niente turbata e quando ha avuto voglia di far la pappa, ci siamo sistemate nella parte dedicata alla scuola, una sorta di aula scolastica di una volta, con banchi e panche di legno che, come per la sala dedicata al tempio, riproponeva le atmosfere di questi ambienti. Sulla panca in fondo per non disturbare non è stato difficile allattarla e mi sono resa conto che durante il percorso sarebbero stati utili ulteriori punti in cui poter sedersi, magari avrebbero aiutato soprattutto me a concentrarmi maggiormente e a godermi il percorso. In ogni caso la nostra prima uscita è stata un successo e la visita è durata un’ora abbondante, più che sufficiente per lasciarsi suggestionare e incuriosire. Appena Irene sarà più grande potremo ritornare insieme o partecipare ad alcune delle attività che vengono proposte appositamente ai bambini, come quelle dedicate al teatro delle ombre o al disegno.
E voi cosa ne pensate di questa idea? Ditemi la vostra e se vi va lasciateci un commento!!!
La parte da lei preferita (forse perché è piaciuta tanto a me che la raccontavo?) è stata quella con le ombre cinesi, in cui vengono riproposte alcune fasi storiche. Non posso negare un suo certo fascino anche di fronte al mega monitor, purtroppo per analogia con i normali televisori, a cui si è abituati fin dalla nascita. Mannaggia! Musiche, rumori, atmosfere non l’hanno per niente turbata e quando ha avuto voglia di far la pappa, ci siamo sistemate nella parte dedicata alla scuola, una sorta di aula scolastica di una volta, con banchi e panche di legno che, come per la sala dedicata al tempio, riproponeva le atmosfere di questi ambienti. Sulla panca in fondo per non disturbare non è stato difficile allattarla e mi sono resa conto che durante il percorso sarebbero stati utili ulteriori punti in cui poter sedersi, magari avrebbero aiutato soprattutto me a concentrarmi maggiormente e a godermi il percorso. In ogni caso la nostra prima uscita è stata un successo e la visita è durata un’ora abbondante, più che sufficiente per lasciarsi suggestionare e incuriosire. Appena Irene sarà più grande potremo ritornare insieme o partecipare ad alcune delle attività che vengono proposte appositamente ai bambini, come quelle dedicate al teatro delle ombre o al disegno.
E voi cosa ne pensate di questa idea? Ditemi la vostra e se vi va lasciateci un commento!!!
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