Non è mai troppo presto per incominciare


Non è mai troppo presto per incominciare. La scoperta del bello, l’abitudine a frequentare luoghi diversi dalla propria casa e dalla routine quotidiana, l’abitudine allo stupore e il sano vizio a una sfrenata fantasia sono tutte “arti” che, a parer mio, può essere utile seminare e, in qualche modo, insegnare. E non credo vi sia un limite d’età, si può cominciare in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, un po' come con la lettura....

Con queste convinzioni ben ferme nella mente e molto promettenti, ho pensato che non dovessero esserci limiti al mio desiderio di frequentare mostre, concerti, di vivere i luoghi, di esplorare l’arte e i beni culturali nelle loro più svariate accezioni solo perché era arrivata a movimentarci la vita una piccola baby… la nostra piccola Irene. Naturalmente mio marito, forse più razionale, aveva qualche perplessità in più😅…

Ma in questi post desidero raccontarvi le nostre esperienze, tutte a misura di “baby”, tante piccole conquiste per lei, ma anche per noi. Un modo per dimostrare che “si può fare”! Anzi… si deve fare!

Per la nostra prima gita ho pensato di giocare in casa: io collaboro occasionalmente con la FondazioneCentro Culturale Valdese di Torre Pellice (Torino) e l’apertura del loro nuovo allestimento museale era un bellissimo banco di prova per testare la pazienza di Irene in spazi chiusi, ma soprattutto il nostro auto controllo in caso di pianti disperati in presenza di estranei. Così, in un bellissimo pomeriggio di diluvio autunnale😜, ci siamo avviati verso Torre Pellice. Per chi non lo sapesse il Centro Culturale si trova in pieno centro al paese, in un’isola pedonale ed è possibile parcheggiare poco distante. All'interno trovano la loro collocazione svariati ambienti: un archivio, la biblioteca, gli uffici e, per l’appunto, il Museo Storico Valdese, che dopo anni ha inaugurato un nuovo allestimento.

Come si legge sul sito della Fondazione: “Il Museo  è il capofila del Sistema museale eco-storico delle Valli valdesi che comprende una decina di musei, ma anche templi e luoghi storici valdesi presenti nelle Valli Pellice, Chisone e Germanasca. Nel corso di più di un secolo di storia, il Museo si è più volte modificato, fino al 1989, quando, nel terzo centenario del Glorioso Rimpatrio, la Società di Studi Valdesi e la Tavola Valdese diedero vita alla Fondazione Centro Culturale Valdese (FCCV) con lo scopo di conservare e gestire - oltre alla Biblioteca Valdese e all’Archivio Fotografico Valdese, anche il patrimonio museale. Il Museo fu dunque trasferito nell’ex Convitto Valdese, edificio costruito negli anni Venti del XX secolo su progetto dell’architetto Emilio Decker. Il 31 ottobre 2018 il museo si presenta – nella stessa sede di via Beckwith 3 – con una profonda ristrutturazione architettonica e un accurato ripensamento scientifico, che aggiorna alle più recenti scoperte il racconto della storia valdese”.

A metà pomeriggio era possibile usufruire di una visita guidata, ma abbiamo presto capito che i tempi di una neonata di due mesi non sono conciliabili con un gruppo, né tanto meno con una guida che spiega… ci sarebbe voluta molta più pazienza! Di conseguenza abbiamo optato per un sano fai da te, saltellando tra le sale e seguendo con curiosità il percorso che si snoda attraverso i secoli e propone le tappe fondamentali della storia valdese. Conoscendo già in parte i contenuti abbiamo potuto sorvolare sui molti testi descrittivi, soffermandoci giusto sui titoli o alcune parole chiave che catturavano l’attenzione. Dopo i primi istanti in passeggino, ho preferito tenere Irene in braccio, per raccontarle a bassa voce quello che vedevo e farle vedere le immagini. Le sale sono ricchissime di colori e in alcuni settori non mancano le fotografie, che si prestano benissimo a narrazioni potenzialmente infinite… la visita ovviamente non poteva seguire i tempi o le modalità a cui eravamo abituati, ma anche se stavamo andando veloce per non stufarla, era comunque emozionante vivere questi spazi; inoltre il fatto di ricordarsi com'erano in precedenza dava un valore aggiunto alla visita.
La parte da lei preferita (forse perché è piaciuta tanto a me che la raccontavo?) è stata quella con le ombre cinesi, in cui vengono riproposte alcune fasi storiche. Non posso negare un suo certo fascino anche di fronte al mega monitor, purtroppo per analogia con i normali televisori, a cui si è abituati fin dalla nascita. Mannaggia! Musiche, rumori, atmosfere non l’hanno per niente turbata e quando ha avuto voglia di far la pappa, ci siamo sistemate nella parte dedicata alla scuola, una sorta di aula scolastica di una volta, con banchi e panche di legno che, come per la sala dedicata al tempio, riproponeva le atmosfere di questi ambienti. Sulla panca in fondo per non disturbare non è stato difficile allattarla e mi sono resa conto che durante il percorso sarebbero stati utili ulteriori punti in cui poter sedersi, magari avrebbero aiutato soprattutto me a concentrarmi maggiormente e a godermi il percorso. In ogni caso la nostra prima uscita è stata un successo e la visita è durata un’ora abbondante, più che sufficiente per lasciarsi suggestionare e incuriosire. Appena Irene sarà più grande potremo ritornare insieme o partecipare ad alcune delle attività che vengono proposte appositamente ai bambini, come quelle dedicate al teatro delle ombre o al disegno.

E voi cosa ne pensate di questa idea? Ditemi la vostra e se vi va lasciateci un commento!!! 


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