i pazzi siamo noi? i perché di questo blog e il progetto "Nati con la cultura"

Dopo la pubblicazione del precedente post ho provato a far conoscere maggiormente questo blog attraverso i consueti canali (Facebook - nella mia pagina dedicata ad Arte&grafica, Instagram - sul mio profilo manuelarosso12, WhatsApp) e ho incontrato entusiasmo e incoraggiamenti da varie persone ma, inaspettatamente, perplessità da chi mi aspettavo accogliesse a braccia aperte questo progetto.
Una nostra cara amica, blogger a sua volta, mi ha infatti lodato per l'iniziativa... ma ha sottolineato come secondo lei fosse una cosa bella solo per noi genitori, ma assolutamente inutile per la bambina, perché troppo piccola e quindi, a suo dire, incapace di capire un bel niente.
Naturalmente ho preso seriamente in considerazione il suo parere e ho iniziato a riflettere chiedendomi se veramente ero una madre snaturata ed egoista che si illudeva di fare qualcosa di bello quando, in realtà, sottoponeva la figlia ad uno stress inutile e dannoso. Le sue parole apparivano sensate e probabilmente risuonavano di esperienze personali o familiari. Era un'opinione che vedevo calzante con le generazioni a noi precedenti... ma percepivo che questa poteva essere un'idea molto diffusa e condivisa tra i genitori e non solo, una critica che sarebbe potuta arrivare da chiunque.
Lungi dal lasciarmi abbattere ho quindi iniziato a ragionare... e così è nato questo post a cui tengo molto, che si è rivelato un'opportunità di approfondimento e di scoperta inaspettate.


I perché di questo blog




Come si evince già dal titolo esso è nato come spazio per parlare di arte e di cultura in compagnia di bambini, anche neonati, con l'idea che dal momento della nascita in avanti sia positivo poter condividere con loro esperienze belle e arricchenti. Così come si è incoraggiati a parlare e leggere alla pancia che cresce e a proseguire fin dai primi mesi di vita in avanti (vedasi il progetto Nati per Leggere), ho sempre pensato si potesse raccontare al bambino tutto il mondo che ci/lo circonda - mostre, musica e natura comprese. La voce di mamma (e papà, così come di nonni e zii...) può cullare e tranquillizzare, in qualsiasi contesto e l'abitudine all'ascolto e alla narrazione secondo me rientrano in un dolce scambio di amore. Nostro figlio/a è una piccola personcina cui desideriamo mostrare tutto ciò che amiamo e non credo vi debbano essere dei vincoli o dei limiti in questo. Sicuramente non ricorderà i dettagli, ma questo non ha alcuna importanza, perché l'impressione del nostro raccontare, l'emozione dello stare con noi (felici) sedimenteranno sicuramente nel suo essere. Questi post si propongono proprio come il racconto di alcune delle belle esperienze che abbiamo fatto, affinché si comprenda che è possibile percorrere questa strada ed è anzi consigliato, come si capirà poco più avanti.
L'obiettivo sicuramente non è di trasformare qualcuno in artista o in un piccolo genio, quanto di aprire i nostri figli al mondo, alla varietà. Credo sarebbe bello se essi vivessero con naturalezza musei, gallerie d'arte, luoghi di cultura, senza che questo rientrasse in un'eccezione, in qualcosa di serioso e noioso da fare solo in alcuni momenti. Trovo bizzarro quanto ci appaia naturale far loro frequentare supermercati e centri commerciali (per non parlare dell’uso di telefonini applicabili a giochi per l’infanzia…o ai televisori) e appaia invece strano portarli a fare una passeggiata in mezzo a quadri e musica, come se potessero essere iper-stimolati dall'incontro con altre persone e dall'arte. Temo che l’inghippo sia di tipo culturale e forse iniziare a seminare la cultura e l’abitudine e frequentare i luoghi a lei deputati ha quasi un qualcosa di rivoluzionario nella nostra società. Naturalmente, dietro questo gesto di amore, occorre rispetto per le piccole persone che abbiamo di fronte. Ai nostri bambini occorre proporre un’esperienza pensata per loro, nei modi, nei tempi e nel linguaggio, proprio per non affaticarli e far sì che ne rimangano coinvolti.

Il progetto Nati con la cultura

Digitando su Google bambini al museo sono andata alla ricerca di qualcosa che potesse avvalorare tutte queste mie "convinzioni di pancia" e ho avuto il piacere di imbattermi nel progetto, credo poco conosciuto, di Nati con la cultura, tutto piemontese. 
Ideato da Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus e avviato nel 2014 con Palazzo Madama all'Ospedale Sant'Anna di Torino, questo progetto parte dal principio, attestato dalla ricerca scientifica, che l'Arte può trasformarsi in una potente risorsa di benessere, rigenerazione e potenziamento creativo per tutti gli esseri umani, già dai primi anni di vita, determinanti nello sviluppo della personalità e per lo sviluppo bio-psico-sociale.
Scorrendo il sito ho ritrovato molte delle idee che sono alla base di questo blog, tra cui che la confidenza con l'ambiente del museo nell'età dell'infanzia è il presupposto essenziale per un utilizzo dei servizi culturali in età adulta e, sinceramente, mi sono sentita meno folle e meno sola.



Ma nella pratica che cosa fa Nati con la cultura? Innanzitutto ad ogni nuovo nato all'ospedale Sant’Anna viene dato un passaporto culturale (scaricabile anche on-line) che da diritto al bambino ad accedere gratuitamente insieme a due accompagnatori a vari musei dislocati a Torino e provincia (ecco qui l'elenco) per tutto il primo anno di vita del bambino. Un gesto che associa il momento della maternità e della paternità a un’opportunità educativa e contribuisce a dare voce alla capacità dei musei di far parte della vita delle famiglie e dei bambini fin dai primi passi e a creare le condizioni per renderli sempre più “casa”. Perché i musei andrebbero percepiti dalla collettività come luoghi “Family and Kids friendly”, risorsa attiva di una comunità educante, luoghi di cittadinanza. Per questo il progetto ha lavorato a stilare un decalogo per le famiglie, ma anche per i musei, affinché questi siano pensati a misura di bambino e le famiglie possano sentirsi veramente ben accolte e ritrovare spazi e servizi essenziali.

Una risorsa che è stato bello scoprire e per questo ringrazio la mia amica per la critica iniziale, un utile pungolo a riflettere… perché non è mai troppo presto per iniziare a vivere il bello che ci circonda e non mi stancherò mai di dirlo.

Buon anno a tutti voi!



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